Perché essere contrari alla centrale termoelettrica a metano di Ponte Valentino (BN)
Lo stabilimento, bruciando metano a danno della salubrità pubblica locale, produrrà 400 MW di energia elettrica, in buona parte, a favore di altri territori e ricavi economici a beneficio di un’azienda svizzera.
Visto che la popolazione dell’intera provincia di Benevento è di soli 300 000 abitanti che assorbono solo il 5% del fabbisogno energetico della Campania, buona parte della produzione di questa energia sarà destinata altrove dal territorio sannita.
La megacentrale, sproporzionata per il nostro territorio, se insediata, emetterà gas inquinanti a danno della popolazione residente nel raggio di dieci km. Considerato che, nel 2008, le centraline di Benevento hanno registrato oltre cento superamenti del valore limite delle polveri sottili, una centrale termoelettrica di queste dimensioni, aggravando ulteriormente la qualità dell’aria, produrrebbe quantità elevate di ossido di carbonio (CO2) e Ossidi di Azoto (NOx).
Se gli enti locali non riusciranno a impedirne l’insediamento, la centrale sarà realizzata a danno della salute dei residenti e a danno di quell’indotto economico, sempre più rilevante, che, nel beneventano, è sostenuto dalla vocazione rurale, ambientale e turistica.
Incompatibilità della centrale con gli strumenti di pianificazione territoriale
Il lotto dove è stata localizzata la centrale, nell’area A.S.I. di Ponte Valentino (BN), situato alla confluenza tra il Fiume Tammaro ed il Calore, ricade interamente nelle fasce di rispetto individuate dal principale corridoio ecologico trasversale della Regione Campania. I principali strumenti di pianificazione, sia di livello provinciale che regionale, dispongono il regime di massima tutela per questi corridoi fluviali imponendone l’inedificabilità.
Quantità di inquinanti della centrale Luminosa
Una centrale termoelettrica a ciclo combinato alimentata a gas metano, come quella proposta dalla società Luminosa srl, da 375 MWe, se autorizzata, produrrà energia elettrica oltre che calore/vapore ma emetterà quantità enormi di gas inquinanti. Ad esempio la centrale può arrivare a rilasciare oltre il 150% di CO2 in più rispetto a quanto produce l’intera provincia di Benevento ogni anno. Il quantitativo del principale gas serra, può raggiungere la cifra di 1.120.000 Tonnellate/anno a fronte di 735.000 Tonnellate/anno, calcolate dall’ENEA per l’anno 2000, per tutti gli usi (residenziale, trasporto, industriale ed agricolo) del territorio sannita.
Incompatibilità della centrale con l’atmosfera beneventana
Dal monitoraggio atmosferico della città di Benevento risulta che il livello delle polveri sottili (PM10), nel 2009, ha già superato la soglia dei giorni disposta per legge.
Il territorio comunale è dal 2005 individuato dalla Regione Campania come zona da risanare e sulla quale impedire l’insediamento di nuove fonti grandemente inquinanti.
Al contrario di quanto predisposto, la messa in funzione della centrale termoelettrica apporterà elevati volumi di inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), che si trasformeranno in altre polveri sottili, rendendo l’aria di Benevento ancor più irrespirabile. E’ bene ricordare che l’aria di influenza di tali impianti industriali è calcolata in un raggio di almeno 10 Km dal punto di emissione, pertanto il problema della ricaduta degli inquinanti nell’area circostante comprende, quanto meno, i territori dei Comuni di Pesco Sannita, Pietrelcina, Pago Veiano, Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte, Apice, San Giorgio del Sannio, Calvi, San Nicola Manfredi e Sant’Angelo a Cupolo.
Ricadute dell’inquinamento della centrale termoelettrica sulla salute pubblica
Durante il funzionamento della centrale l’emissione di gas inquinanti, quali Ossido di Carbonio (CO), Ossidi di Azoto (NOx) ed altri, sempre per l’assenza di venti costanti, finiranno per concentrarsi nell’ambiente.
Gli NOx, in particolare, oltre a causare di per sé problemi pneumologici, sono i precursori della formazione di Ozono (O3).
E’ il caso di ricordare che l’effetto sul corpo umano degli NOx, dell’ozono e degli altri inquinanti emessi dalla centrale è riconducibile a malattie polmonari.
Statistiche epidemiologiche riferiscono di aumento della mortalità per tali malattie in caso di esposizione a concentrazioni oltre i limiti di legge e per lunghi periodi.
Le ultime ricerche tendono a dimostrare che le polveri sottili pm10 in eccesso, specificamente, “ingolfano” le cellule chiave del sistema immunitario polmonare. Attraverso una ridotta capacità di risposta immunitaria, in presenza di nuovi antigeni virali come nel caso dell’influenza A, un aumento delle sostanze infiammatorie all’interno dell’organismo, causato dall’eccesso di pm10, favorisce la diffusione e la virulenza di agenti tipo virus dell’influenza.
Enorme surplus energetico prodotto rispetto al fabbisogno elettrico del Sannio
In una provincia che consuma solo il 5% del fabbisogno elettrico regionale, già in buona parte soddisfatto dall’energia eolica, non si giustifica sotto alcun profilo la necessità di una centrale così potente come quella della Luminosa.
La programmazione regionale nel settore elettrico esclude la centrale della Luminosa tra le centrali programmate.
Nei piani energetici regionali il fabbisogno stimato tiene conto che il deficit elettrico di oltre l’80% è già stato in buona parte colmato delle autorizzazioni rilasciate, o programmate, sul territorio campano.
Le centrali termoelettriche generano scarsa occupazione lavorativa
Vi è da considerare anche l’aspetto dello sviluppo socio-economico, che in questa vicenda è stato invocato dalla società Luminosa, che è quello legato alla possibilità di nuovi posti di lavoro creati attraverso la localizzazione della centrale termoelettrica. Anche in questo settore la valutazione è oggettivamente negativa perché sotto il profilo dell’impiego di personale le centrali termoelettriche sono considerate delle installazioni a bassa capacità di occupazione.
Invece, a proposito dei prodotti tipici che sono una delle grandi ricchezze del Sannio e del comprensorio interessato alla realizzazione della centrale, si corre il concreto rischio di depauperamento delle potenzialità di sviluppo multifunzionale del territorio caratterizzato per le produzioni di pregio nei vari comparti agricoli e agroalimentari. Dunque la discrepanza che emerge alla luce di questi risultati tra chi pretendeva di attribuire la patente di sostenibilità alla centrale termoelettrica di grande taglia, con la realtà socio – economica ed ambientale del Sannio è definitivamente chiarita.
Che fa la Regione Campania?
La centrale termoelettrica Luminosa non può essere approvata perché:
– non è coerente con la pianificazione regionale del territorio;
– non è programmata dai piani energetici regionali;
– non si può autorizzare a Benevento perché troppo inquinante e contrasta con il piano regionale di risanamento dell’aria;
– la Provincia ed il Comune di Benevento, ultimamente e nel corso degli anni, hanno coerentemente espresso più volte deliberazioni del tutto contrarie all’insediamento della centrale Luminosa;
Eppure la Regione Campania, nel settembre 2010, ha approvato il suo insediamento, sconfessando i propri strumenti di indirizzo e pianificazione.
(Testo adattato da un documento prodotto, nel dicembre 2009, da Altrabenevento e il Coordinamento contro la centrale di Ponte Valentino)
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