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Archive for the ‘Tandem21/Quinua – Commercio Equo’ Category

Sabato e domenica, 18 e 19 settembre 2010 con Rete Arcobaleno.
Escursioni con Lerka Minerka e CAI Club Alpino Italiano BN
Laboratori della rinascita – Piazzetta dell’EcoVicinanza con associazioni ecosolidali, produttori locali e artigiani.
Giochiamo con lentezza. Musica e tavolate.

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Art’Ap in Zucca – Sabato, 22 maggio 2010, ore 12
presso la libreria Masone Alisei di Benevento
Art’Empori – la comunità dell’arte biodiversa
la Rete Arcobaleno – associazioni per un’economia ecosolidale
e Bmagazine – rivista mensile per un’informazione orizzontale
 
promuovono un Art’Ap in Zucca, un aperitivo, bio ed equo, durante il quale verranno distribuite ai presenti alcune piantine di ortaggi da coltivare sul balcone di casa: pomodorini, melanzane, peperoncini (friarielli), zucchine.
 
L’accudire queste piante, ospitandole sui nostri balconi, nonostante generi quantità simboliche di ortaggi, consente un rapporto più consapevole con un cibo, preferibilmente, “buono, pulito e giusto”, con il mondo contadino e con la stessa Terra che, sfamandoci e ospitandoci, ci accudisce.
 

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Art’Ap del 15 maggio 2010 presso la libreria Masone.

Info: http://www.radunonazionaleclowndottori.org/ – 338 4122630  
Per versamenti su c/corrente postale, intestare a: “Ass. Raduno Nazionale Clown Dottori”  non profit ccp n. 3232889  –  Causale Versamento “MISSIONE TERABITHIA”

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L’acqua è ormai una merce. E con la benedizione di politici e media si appresta a diventare – da bene comune e diritto di tutti – un affare per pochi. Una torbida verità la cui fonte è la recente riforma dei servizi pubblici locali.  Questo libro ricostruisce la storia della privatizzazione dell’acqua in Italia dal 1994 a oggi, dimostrando come e perché la gestione pubblica degli acquedotti può essere la più efficiente.
 

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Quando asini e clown presero il posto degli eroi: la “Marcia per il territorio” contro la centrale di Ponte Valentino
Un nostro concittadino, su un blog, ha scritto, con soddisfazione masochistica, che, alla “Marcia per il territorio contro la centrale di Ponte Valentino”, realizzata l’8 dicembre 2009, compresi gli asini e i clown, fosse presente un esiguo numero di partecipanti.

La manifestazione (marcia e raccolta firme) era di opposizione all’insediamento di una centrale termoelettrica che produrrebbe 400 megawatt a beneficio del deficit energetico regionale, ma che pregiudicherebbe un territorio, quello sannita, che assorbe solo il 5% del fabbisogno energetico campano. Se i beneventani accorrono a frotte, solo quando ci si schiera pro o contro Berlusconi o quando si voglia godere dell’ennesimo cinepanettone o quando la città ospita artisti e scrittori imposti dai media nazionali, non è un’evenienza a demerito della manifestazione contro la centrale, ma una manchevolezza a disonore di una popolazione troppo impegnata in cose lontane dalle proprie esigenze primarie (diritto a un’aria, a un’acqua e a un cibo salubri, diritto del contadino a coltivare la propria terra producendo in sicurezza alimentare).

Quelli che combattono per tutelare la salubrità del territorio (la centrale, matematicamente, procurerebbe un incremento dell’incidenza delle malattie tumorali) e la vocazione rurale del Sannio (il 45% delle imprese sannite sono aziende agricole) sono un esiguo numero di individui, come erano solo una piccola minoranza della popolazione quelli che, durante il nazismo, presero posizione, in Germania, contro lo sterminio degli ebrei, come erano in pochi quei partigiani che, a rischio della propria vita, si opposero al nazifascismo.

Qui, da noi, con minimi sacrifici, è possibile tutelare il proprio territorio (e quindi sé stessi) da una strategia che, decisa da lontano, dalle convenienze di partiti e di grandi aziende, con la collaborazione, anche omissiva, degli amministratori locali, vuole, nel corso degli anni, minare le nostre risorse primarie, con progetti che nascono d’imperio, uno all’anno, fra discariche regionali, centrali elettriche, piattaforme logistiche, megaparcheggi, privatizzazione dell’acqua. Eppure, la nostra popolazione è incapace di prendere posizione perché, ormai, questa vive, come in un perpetuo “Grande fratello”, anche quando crede di opporsi all’omonima trasmissione televisiva, frequentando teatri e musei.

La condizione di cittadinanza nasce dalla relazione con un territorio specifico: se non siamo capaci di avere un rapporto consapevole con esso, come possiamo essere cittadini italiani che abbiano da esprimere sulla società e sulla politica nazionali?
Se non abbiamo coscienza del legame con la terra più vicina a noi, cosa possiamo individuare, nei nostri viaggi, in terre lontane da noi?
Se abbiamo perso l’esercizio a godere dei colori, degli odori e dei suoni della nostra terra, cosa possiamo fruire da pittori, poeti e musicisti?

Dove sono quegli uomini colti che, durante la fruizione di un libro o di un film sulla shoah, si dimostrano contro il male gratuito, ma solo con il senno di poi, quando i danni sono ormai irreparabili, quando tutto è acclarato?

Verranno fuori quegli intellettuali, anche questa volta, col senno di poi, quando tutto sarà irreparabile, quando anche le persone più insipienti avranno coscienza della distruzione dei beni primari di un popolazione?

Se la manifestazione contro la centrale era connotata dalla presenza di clown e di asini, gli individui e gli animali più miti e più umili, forse, è già troppo tardi, già tutto è acclarato: televisioni e giornali hanno reso la popolazione locale  incapace, più di clown e di asini, nel prendere posizione?

Alessio Masone
per il “Coordinamento delle associazione e dei comitati contro la centrale di Ponte Valentino”  

 

Marcia per il territorio – Ponte Valentino – Foto di Marcello Stefanucci

 

Marcia contro la centrale - Foto di Marcello Stefanucci

  

Marcia per il territorio contro la centrale - Foto di Mariapia Cutillo

  

Marcia contro la centrale - Foto di Camillo Fragnito

  

Marcia per il territorio contro la centrale - Foto di Camillo

 

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Il programma della giornata prevede, alle ore 8.30, un raduno a Benevento, in piazza Risorgimento; alle ore 9,30, un raduno a Morcone, nel parcheggio del supermercato Eurospar. Alle ore 10,00, è prevista la partenza per raggiungere il sentiero che porterà al “Ponte della Vedova” (se il tempo sarà clemente, si potrà proseguire per contrada Macchia). Al ritorno, ore 13,30, festeggiamento presso l’Auditorium San Bernardino.

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BENEVENTO ECOSOLIDALE MAGAZINE

Il personaggio delle associazioni
Carmela Longo, tra i paesaggi di dentro e i paesaggi di fuori 

Il verticismo delle emozioni è contro il benessere del territorio
di Alessio Masone – Rete Arcobaleno

La bottega delle relazioni ecologiche
Stare bene con sé, con gli altri e con la Terra
Città di Eufemia

Tre progetti per vivere meglio
Al centro “E’ più bello insieme”, un appartamento, un laboratorio e un team sportivo
di Angelo Moretti – E’ più bello insieme – Centro per disabili

Il Calore prima e dopo
I fiumi a Benevento: problemi e soluzioni
di Marta Kocsis – LIPU Benevento

La sostenibilità ambientale del cibo
Conciliare lo sviluppo economico con la tutela dell’ambiente
di Fabio Santucci – Tandem21-Quinua

Un campeggio a Benevento per un turismo alternativo
FIAB Sannio Ambiente e bicicletta

Un autunno ricco di appuntamenti nell’Oasi WWF “Montagna di Sopra” di Pannarano
di Costantino Tedeschi – WWF Associazione Sannio

Contro il vandalismo, la cura del bene comune
FAI Fondo per l’Ambiente Italiano – Delegazione di Benevento

Le escursioni di Lerka Minerka come viaggio nei territori
di Roberto Pellino (ziobacco) – Lerka Minerka
 

 

L’animale va a scuola
Un’esperienza di zooantropologia didattica nella scuola dell’infanzia del 5° circolo di Benevento
di Tullio Zullo – La Cinta Onlus

Il tropico… dietro la porta
Suggestioni a sorpresa sulle colline beneventante
di Antonio Bertagnoli – CAI Club Alpino Italiano – Sezione di Benevento

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Rifiutiamo-le-balle-logo2

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“Movimento per le identità urbane e rurali beneventane”

 Il movimento si propone di tutelare i nostri luoghi dal rischio:

– di essere inglobati nell’area metropolitana campana, a causa di maggiori collegamenti con Napoli;

– di rinunciare all’economia rurale, ambientale e turistica del territorio, a causa di una Piattaforma logistica.

 La crescita demografica delle aree metropolitane ha toccato il suo culmine e, negli ultimi quindici anni, si assiste ad una inversione di tendenza che vede la crescita dei piccoli centri, a scapito delle grandi città.

L’isolamento, che nel XX secolo aveva costituito un limite allo sviluppo, ora nel XXI secolo, col senno di poi, sta risultando essere un vantaggio competitivo, in termini di risorse identitarie ed economiche.

Il Movimento si prefigge, quindi, la difesa delle identità dei luoghi, dell’ambiente, delle risorse e di quell’economia locale che, basata sull’agroalimentare e sulla filiera corta, costituisce il modello di sviluppo in espansione in questo secolo: negli ultimi quindici anni, le industrie europee hanno espulso il 30% della classe operaia e i container, ormai, sostano inutilizzati nei porti internazionali.

Il mondo vedrà emergere, come protagonisti del XXI secolo, la provincia e i piccoli centri: casseforti di biodiversità e di vivibilità che, con il loro modello culturale, hanno conservato, a dispetto delle omologanti aree metropolitane, un’identità e un’economia reale.

La provincia, finora periferia dell’impero ma luogo privilegiato della filiera corta, in termini economici e sociali, sarà, nei prossimi decenni, un modello da estendere alle aree metropolitane.

Mentre è in corso questa inversione di tendenza, in pochi anni, dopo un eccesso di isolamento, nel caso si realizzino maggiori collegamenti con l’area metropolitana (la bretella autostradale CE-BN e la linea metropolitana NA-BN) e una piattaforma logistica da 420 ettari (grande quanto la metà di Benevento), il Sannio si ritroverebbe ad essere un sobborgo di Napoli e stravolgerebbe la propria identità rurale e sociale, dilapidando un patrimonio che costituisce, per il prossimo futuro, un fattore di crescita e benessere che poche altre realtà vantano.

La popolazione mondiale, già oltre i 6,5 miliardi, crescendo al ritmo di 84 milioni di individui annui, nel giro di pochi anni, giungerà alla preoccupante cifra di 8 miliardi. A quel punto, non basteranno tutti i terreni coltivabili del pianeta per soddisfare la domanda alimentare della popolazione mondiale. Non a caso, i governi cinese, sudcoreano e statunitense hanno già provveduto ad acquistare, in Africa, vasti territori agricoli per tutelare la propria sovranità alimentare. Considerando che, nei paesi in via di sviluppo, è in continua crescita il consumo pro capite di alimenti, il comparto agroalimentare, nel futuro, sarà più strategico del comparto industriale.

Quando, ormai, l’economia di scala e l’estrema mobilità di merci, tipiche della produzione industriale centralizzata e della grande distribuzione, sono in recessione, le aree, come il Sannio, non industrializzate e a bassa densità demografica, sono quelle più avvantaggiate per agganciare quell’economia che, basata sulla filiera corta, sulla sicurezza agroalimentare, sul turismo ambientale e culturale, costituisce l’unico comparto in espansione nel XXI secolo. (altro…)

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