“Movimento per le identità urbane e rurali beneventane”
Il movimento si propone di tutelare i nostri luoghi dal rischio:
– di essere inglobati nell’area metropolitana campana, a causa di maggiori collegamenti con Napoli;
– di rinunciare all’economia rurale, ambientale e turistica del territorio, a causa di una Piattaforma logistica.
La crescita demografica delle aree metropolitane ha toccato il suo culmine e, negli ultimi quindici anni, si assiste ad una inversione di tendenza che vede la crescita dei piccoli centri, a scapito delle grandi città.
L’isolamento, che nel XX secolo aveva costituito un limite allo sviluppo, ora nel XXI secolo, col senno di poi, sta risultando essere un vantaggio competitivo, in termini di risorse identitarie ed economiche.
Il Movimento si prefigge, quindi, la difesa delle identità dei luoghi, dell’ambiente, delle risorse e di quell’economia locale che, basata sull’agroalimentare e sulla filiera corta, costituisce il modello di sviluppo in espansione in questo secolo: negli ultimi quindici anni, le industrie europee hanno espulso il 30% della classe operaia e i container, ormai, sostano inutilizzati nei porti internazionali.
Il mondo vedrà emergere, come protagonisti del XXI secolo, la provincia e i piccoli centri: casseforti di biodiversità e di vivibilità che, con il loro modello culturale, hanno conservato, a dispetto delle omologanti aree metropolitane, un’identità e un’economia reale.
La provincia, finora periferia dell’impero ma luogo privilegiato della filiera corta, in termini economici e sociali, sarà, nei prossimi decenni, un modello da estendere alle aree metropolitane.
Mentre è in corso questa inversione di tendenza, in pochi anni, dopo un eccesso di isolamento, nel caso si realizzino maggiori collegamenti con l’area metropolitana (la bretella autostradale CE-BN e la linea metropolitana NA-BN) e una piattaforma logistica da 420 ettari (grande quanto la metà di Benevento), il Sannio si ritroverebbe ad essere un sobborgo di Napoli e stravolgerebbe la propria identità rurale e sociale, dilapidando un patrimonio che costituisce, per il prossimo futuro, un fattore di crescita e benessere che poche altre realtà vantano.
La popolazione mondiale, già oltre i 6,5 miliardi, crescendo al ritmo di 84 milioni di individui annui, nel giro di pochi anni, giungerà alla preoccupante cifra di 8 miliardi. A quel punto, non basteranno tutti i terreni coltivabili del pianeta per soddisfare la domanda alimentare della popolazione mondiale. Non a caso, i governi cinese, sudcoreano e statunitense stanno acquistando, in Africa, vasti territori agricoli per tutelare la propria sovranità alimentare. Considerando che, nei paesi in via di sviluppo, è in continua crescita il consumo pro capite di alimenti, il comparto agroalimentare, nel futuro, sarà più strategico del comparto industriale.
Quando, ormai, l’economia di scala e l’estrema mobilità di merci, tipiche della produzione industriale centralizzata e della grande distribuzione, sono in recessione, le aree, come il Sannio, non industrializzate e a bassa densità demografica, sono quelle più avvantaggiate per agganciare quell’economia che, basata sulla filiera corta, sulla sicurezza agroalimentare, sul turismo ambientale e culturale, costituisce l’unico comparto in espansione nel XXI secolo.
Sarebbe opportuno, dunque, sfruttare la nostra vocazione ambientale e culturale (le colline, i paesini arroccati, i centri storici, l’università, le manifestazione culturali, artistiche e gastronomiche, la filiera corta con le nostre campagne, il consumo locale, ecc.) per realizzare un’economia pulita, più funzionale a una redistribuzione del reddito e più capace di contrastare le ricadute di una recessione mondiale.
I recenti metodi di valutazione delle risorse di un territorio, in termini di attrazione e occupazione, considerano prevalente la vivibilità di un luogo: gli spazi aperti, le relazioni umane, l’assenza d’inquinamento e di traffico veicolare, la presenza di quel paesaggio agrario che, come filtro tra un centro abitato e l’altro, a tutela della identità dei luoghi, evitano che le nostre cittadine diventino città senza fine e senza confine con le altre località.
Solo conservando la nosta identità, avremo da vendere turismo e merci agroalimentari alle popolazioni della fascia costiera campana.
Se, invece, il nostro territorio sarà omologato a quello metropolitano, perderemo quell’identità urbana di borgo elegante e quel paesaggio agrario, capace di sicurezza alimentare, che, nell’insieme, attraggono le famiglie napoletane in cerca di quello che l’area metropolitana non gli consente.
La nostra classe politica, con la scarsa lungimiranza dell’uomo della strada, invece, vuole realizzare nel territorio beneventano, finanche con orgoglio, quel modello di sviluppo che, ormai in declino, si è dimostrato fallimentare nell’area metropolitana napoletana, in termini occupazionali, di vivibilità, di costo della vita, di salubrità pubblica e di legalità.
Attenendosi ai soli termini economici, con la realizzazione della piattaforma logistica alle porte di Benevento, si agevolerebbero, nel breve periodo, poche grandi imprese estranee al terrritorio sannita e si sfavorirebbe, nel lungo periodo, la generalità delle piccole imprese locali, in particolare quelle rurali: sulle complessive 32 000 aziende registrate presso la Camera di Commercio di Benevento, 14 500 sono agricole.
Per tutte queste ragioni, il Movimento, promosso dalla Rete Arcobaleno, suggerisce alla classe dirigente di non inseguire una strategia votata al massimo della cementificazione e dell’infrastrutturazione che, per la comunità beneventana, comporterebbe un aumento di polveri sottili e del costo della vita e la perdita della vocazione ambientale e rurale, a danno di quell’indotto turistico e agroalimentare, già cospicuo e in trend di espansione.
[…] Benevento, 31 luglio 2009 Rete Arcobaleno Benevento – Rete di economia ecosolidale Alessio Masone https://beneventoecosolidale.wordpress.com/movimenti/movimento-per-le-identita-urbane-e-rurali-beneve… […]
sarò vostro convinto sostenitore, militante, collaboratore e quanto riterrete utile per portare avanti questa bella iniziativa e questa straordinaria prospettiva. Mi permetto di suggerire che un argomento convincente per quanti vorrebbero la piattaforma (il)logistica sarebbe la minaccia dell’avvio di tutte le iniziative necessarie per il passaggio del Sannio con la Regione Molise. Un’iniziativa che, se ben studiata, raccoglierebbe ampio consenso. Non abbiamo scampo in una realtà dove l’intera provincia di Benevento non è nemmeno un quartiere di Napoli, per non dire dell’enormità delle differenze storiche, geografiche, culturali, di costume, di linguaggio, di tradizioni, di vissuto quotidiano, di immaginario collettivo, e di tanta altra incolmabile diversità. Non una chiusura conservatrice, ma l’affermazione del desiderio del confronto con chiunque, a partire dall’evidenziazione della nostra idendità (condizione, per altro, necessaria per un confronto paritario).Che lo spirito della costruzione di un mondo più giusto, del mantenimento e rafforzamento delle nostre peculiarità ci uniscano ora e fino al raggiungimento dei traguardi prefissati. Claudio Marotti