Alla memoria di Paola Quartini ed Elvio Fichera
Definisco “cacciatori a tutti i costi” quella tipologia di cacciatori che, ben lontani dall’esser guidati dalla necessità primordiale del sostentamento, uccidono soltanto per divertimento, per la soddisfazione di privare della vita creature indifese, colpendole allo sprovvisto o intrappolandole in tranelli altrettanto meschini.
Questo tipo di gioia nell’uccidere ha, a mio avviso, qualcosa di talmente patologico nel rivelarsi una gara cieca nell’azione omicida. Infatti, questi cacciatori “a tutti i costi” non si fermano neanche di fronte alle vite umane, come è successo non molto tempo fa nel genovese. Uno di questi “cacciatori ad ogni costo”, dopo aver sparato all’impazzata su ben 140 cinghiali, lasciandoli poi in mezzo alla carreggiata, colto dalla stessa furia omicida non risparmiò neanche le vite di Paola Quartini, una volontaria della LIPU, ed Elvio Fichera, una guardia forestale.
Ecco come questa razza di cacciatori risponde a chi osa intralciare i loro piani di sterminio: assassinando anche loro o minacciando di farlo.
“Per fortuna per voi è arrivata la polizia”, così hanno gridato i cacciatori, perchè altrimenti avrebbero fatto la pelle anche ai volontari LIPU andati in Sardegna con la speranza di salvare le vite di alcune specie di uccelli protette per legge. Ma i loro buoni intenti e il loro impegno gratuito sono stati ricompensati con minacce di morte. Minacce, per altro, reiterate anche via internet e facebook.
Ora io ho citato la LIPU soltanto perchè m’interessa più da vicino, ma senz’altro molte altre associazioni impegnate per la difesa degli animali hanno subito violenze non meno trascurabili da parte di questi soggetti labili.
Di fronte a tutto ciò, mi chiedo e richiedo il motivo di tale crudeltà. Come fanno questi cacciatori a gioire nello sparare, quando nel mirino non ci sono peluche da vincere in una bancarella del tiro al bersaglio (è lì che dovrebbero andare a divertirsi!), ma animali indifesi e innocenti che hanno tutto il diritto di rimanere nel loro habitat, proprio come ognuno di noi ha diritto alla vita??
Questa crudeltà mi pare ancor più disumana se penso ai passerotti, ai pettirossi e a tutti quegli uccellini che nella loro delicatezza e fragilità reputo quanto di più puro ci sia su questa terra.
Ecco perchè non trovo altra spiegazione che l’ipotesi di un disturbo psichico associante una smisurata voglia di sentirsi “forti”, “potenti” e “invincibili” a un grave sfogo sadico. Quest’ipotesi chiaramente non li giustifica, ma dovrebbe porre, anche legalmente, un limite drastico al loro uccidere.
Se a nulla serve l’intelletto umano per fermare questa folle foga assassina, in cosa saremmo migliori degli animali?
Stefania Iannella
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