il 2012 – di Angelo Moretti
Che anno sarà il 2012? Il sondaggio Sky alle 14.00 di oggi dava al 64% la seguente risposta: “peggiore”.
il 2012 – di Angelo Moretti
Che anno sarà il 2012? Il sondaggio Sky alle 14.00 di oggi dava al 64% la seguente risposta: “peggiore”.
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Lettera aperta alla cittadinanza di Alessio Fragnito
Carissimi, da circa 20 anni uso la bicicletta come principale mezzo di trasporto e da almeno 2 anni incontro con sommo piacere tanti altri beneventani che come me hanno deciso di inquinare di meno e di muoversi in maggiore libertà. Il boom di bici a pedalata assistita, diventato una vera e propria moda, ha spinto la Provincia a lanciare l’idea del bike sharing. Consentitemi, da ciclista, di aprire un dibattito su tale argomento.
A mio giudizio il progetto di bike sharing è il classico passo più lungo della gamba. Sono ben altre le priorità, se le amministrazioni vogliono davvero incentivare l’uso della bici in città. Fare un bike sharing con bici a pedalata assistita è come fare una piscina per una casa che non ha ancora nè tetto nè impianto elettrico.
Dico questo per 4 ordini di motivi:
1 – A BENEVENTO NON CI SONO PISTE CICLABILI URBANE, per cui la libertà di circolazione delle bici è molto limitata. Sembra che nessuno sappia che, in assenza di piste ciclabili, la bici deve seguire tutte le regole a cui sono sottoposti gli altri veicoli a motore, con in più la penalizzazione di essere considerato “un intralcio” da parte del codice della strada. Per cui, in teoria, per circolare lungo il Corso Garibaldi ci vorrebbe il permesso riservato ai residenti, per non parlare del divieto di controsenso e guida sul marciapiede (vietato a tutti i veicoli). Per fare una pista ciclabile basta disegnare una linea bianca a margine delle strade già esistente e mettere qualche cartello, per un costo complessivo molto inferiore al progetto del bike sharing.
2 – A BENEVENTO NON CI SONO PARCHEGGI PER LE BICICLETTE, per cui, codice della strada in mano, le bici non potrebbero essere parcheggiate da nessuna parte in città, perchè non possono essere parcheggiate nè sui marciapiedi nè vicino a elementi di arredo urbano nè nelle strisce blu (perchè non sono quadricicli), eppure istallare delle rastrelliere o dei tubolari in acciaio costerebbe molto ma molto meno del progetto del Bike Sharing.
3 – A BENEVENTO NON ESISTE UN REGOLAMENTO MUNICIPALE CHE REGOLI LA CIRCOLAZIONE E IL PARCHEGGIO DELLE BICI, come invece esistono in tutte le città che hanno adottato il bike sharing, per cui non si sa dove poter parcheggiare, dove le bici possono andare, dove no, etc. Basterebbe mettere dei cartelli.
4 – A BENEVENTO NON C’E’ RISPETTO NE’ PER LE BICI NE’ PER I PEDONI NE’ PER I PASSEGGINI NE’ PER I DISABILI, come chiunque può sperimentare di persona prendendo la bici tutti i giorni.
Quando ci saranno tutti e 4 questi elementi, solo allora il Bike Sharing avrà un senso, farlo senza queste 4 condizioni necessarie significa destinare soldi pubblici alla vandalizzazione. Sia ben chiaro che io non pretendo che domani la Provincia faccia tutte queste cose.
Per adesso basterebbe che venisse garantita la quarta condizione, ovvero quella del rispetto verso ciclisti e pedoni da parte degli automobilisti. Poi, col tempo, il Comune si potrebbe dedicare alla redazione di un regolamento municipale che disciplini il parcheggio e la circolazione delle bici. Se poi l’uso delle bici dovesse diventare di massa allora si potrebbero fare le piste ciclabile e, infine, quando tutti useranno la bici almeno per i piccoli spostamenti, si potrebbe realizzare il bike sharing, che non deve essere necessariamente a pedalata assistita. Voglio infatti ricordare che la maggioranza delle città che hanno il bike sharing, mettono in condivisione bici comuni e non bici assistite, anche perchè la pedalata assistita dovrebbe essere riservata agli over 60, visto che la vera bici è a trazione esclusivamente muscolare.
Ma per farvi rendere conto di ciò che dico, riporto tre episodi emblematici:
1 – Sotto casa mia sono parcheggiate ogni giorno numerose autovetture sprovviste di permesso per la ZTL, nessuno si lamenta (tranne me) e i vigili non vengono a fare le multe se non quando li minacci di presentare una denuncia alla Procura. Ebbene, quando ho provato a parcheggiare la mia bici, tutti i residenti si sono ribellati, affermando che la mia bici “dava fastido”, mentre vengono tollerate le macchine parcheggiate in modo tanto selvaggio da impedirmi di entrare a casa mia a piedi. Addirittura una vicina ha minacciato di denunciarmi per danni perchè avevo parcheggiato la bici vicino il tubo fecale della sua abitazione.
Risultato: io non posso parcheggiare la mia bici in una zona a traffico limitato, mentre tutti i non residenti vi possono parcheggiare le loro automobili e i loro motorini.
2 – L’ultima volta che sono stato investito (mi capita in media 3 volte l’anno), è stato da parte di una signora che ha svoltato all’improvviso senza mettere la freccia. La bici è volata, io sono vivo per miracolo e la signora, appena uscita dall’auto, ha cominciato ad insultarmi, ha chiamato i vigili e appena questi sono arrivati ha cominciato a dire che doveva denunciarmi. Non mi ha mai chiesto se mi ero fatto male nè mi ha chiesto scusa, nemmeno quando i vigili le hanno detto che prima di girare occorre sempre mettere la freccia. Risultato: mentre io mi lamentavo dei dolori che cominciavo a sentire, la signora è salita in macchina e se ne è andata. I vigili non hanno provata a fermarla nè hanno preso il numero di targa. Sono stato una settimana con terribili dolori alla schiena, altri al posto mio avrebbero smosso avvocati di prim’ordine per farsi risarcire.
3 – l’ultima volta che sono andato alle Poste Centrali ho provato a parcheggiare la bici, come al solito, all’ingresso. Due vigili sono intervenuti per impedirmelo, dicendo che era sosta vietata. Io gli ho fatto notare che c’erano già altre automobili parcheggiate lì, e che il cartello indicava zona rimozione, ho quindi spostato la mia bici e l’ho parcheggiata su indicazione del vigile, dopo di che li ho invitati a far rimuovere anche le automobili e sono entrato negli uffici postali. Quando sono uscito nessun automobile aveva la multa sul cruscotto. Risultato: di fronte a 7 auto parcheggiate in zona rimozione, i vigili urbani intervengono per far rimuovere una bici parcheggiata nello stesso luogo.
Siete ancora convinti di voler fare il bike sharing?
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Slow Food Benevento, il 7 dicembre, presso la libreria Masone
presenta il libro Menesta asciatizza
A tavola con le piante spontanee dell’Appennino meridionale
Un testo sulle erbe e non solo di Franca Molinaro
Per il formato pdf: Terra Madre libro Menesta
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Le vere cause delle alluvioni.
Distruzione dell’Humus, disseccanti agricoli, abbandono dei terreni e distruzione di siepi… per migliaia e migliaia di ha …che confluiscono in ogni fiume…
Riportiamo agli agricoltori italiani la responsabilità della nostra salute.
di Giuseppe Altieri, Agroecologo
Se non mettiamo a posto l’agricoltura, liberandola dalla chimica che distrugge l’Humus e dalle speculazioni commerciali che provocano abbandono, le alluvioni saranno sempre più pericolose… per la mancanza di trattenimento delle acque “a monte” nei terreni agricoli.
Abbiamo oltre 25 miliardi di € di fondi comunitari di Sviluppo Rurale in Italia per il periodo 2007-2013 (ne sono stati spesi ad oggi meno della metà , ndr… e rischiamo di perderli anche per il prossimo periodo 2014-2020, se non li utilizziamo a dovere…), oltre ad almeno altrettanti fondi di cosiddetti Premi PAC di Sostegno al reddito degli agricoltori (con cui si continua a sostenere agricoltura chimica, ed allevamenti senza terra industriali, produttori di liquami inquinanti invece di fertile letame, ndr). Continua a leggere »
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“Compra una quota di futuro per i tuoi figli”. Campagna a sostegno del Ricorso al TAR promosso dal WWF Italia avverso la centrale a turbogas a Ponte Valentino
Il 12 e 13 novembre, a piazza Torre, sottoscrizione di quote per procedere al ricorso
Il WWF Sannio, affiancato dalle Associazioni della Rete Arcobaleno, promuove la campagna di raccolta fondi “Compra una quota di futuro per i tuoi figli” a sostegno del ricorso presentato al TAR dal WWF Italia contro l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata dal Ministero dell’Ambiente alla società Luminosa il 26 luglio scorso per realizzare una centrale a turbogas nell’Area di Sviluppo Industriale di Ponte Valentino, nel territorio comunale di Benevento.
La campagna sarà una battaglia di civiltà contro una mega centrale della potenza di 385 mega watt che porterà i profitti in Svizzera e produrrà energia per le altre province, causando danni all’ambiente ed alla salute dei beneventani. L’impianto, se entrerà in esercizio, provocherà il surriscaldamento delle acque del fiume Calore e l’emissione nell’aria di CO2, biossidi e ossidi di zolfo, polveri sottili e ultrasottili che ricadrebbero in gran parte nelle vicinanze e nella conca beneventana, producendo gravi conseguenze sulla salute degli abitanti, come allergie, malattie respiratorie, cardiovascolari e tumorali, sul paesaggio e sull’ambiente, e sull’economia del territorio almeno nelle vicinanze dell’impianto per la diminuzione del valore degli immobili e dei terreni e inficiando la sicurezza agro-alimentare della produzione locale.
Sarà un’azione di cittadinanza attiva per l’autodeterminazione del territorio contro un’opera voluta dalla Regione Campania e dal Governo centrale, sebbene avversata dal Comune e dalla Provincia di Benevento.
La raccolta fondi avrà come protagonisti i cittadini che mediante la sottoscrizione volontaria di quote da 5 euro parteciperanno al sostenimento del ricorso al TAR attivando una forma di tutela collettiva contro il funzionamento della centrale.
Sabato 11 e domenica 12 novembre, a Benevento, il WWF Sannio e le Associazioni della Rete Arcobaleno incontreranno i cittadini presso il gazebo informativo in piazza Torre, davanti alla Basilica di San Bartolomeo.
Le sottoscrizioni continueranno presso le sedi delle associazioni sostenitrici della campagna: WWF Sannio; Rete Arcobaleno Benevento; Lipu Benevento; GAS Arcobaleno Benevento; Codisam di Sant’Arcangelo Trimonte; Lerka Minerka; Slow Food Benevento; La Cinta onlus; Januaria, natura e cultura; Emisfero Sud, Bottega del Commercio Equo; Comitato civico di San Salvatore Telesino; A Guardia dell’Ambiente, Guardia Sanframondi; La Città di Eufemia, San Lorenzello; Club Alpino Italiano, sezione di Benevento; E’ Più Bello Insieme, centro per disabili.
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Durante l’escursione saranno offerti, grazie al contributo delle Pro Loco di San Giorgio del Sannio e di San Nazzaro, prodotti tipici locali, vino e tant’altro. Tutto il materiale usato sarà materiale riciclabile o biodegradabile.
Il San Giorgio EcoFestival chiuderà in Villa Securitas con il concerto del collettivo “Cantautori in cerca d’autore“, formato da musicisti provenienti dal Cilento, dalla Basilicata e dal Sannio, un collettivo capace di spaziare dal jazz alla sperimentazione musicale, da momenti riflessivi a forme di cantautorato alternativo. PROGRAMMA9:30 incontro in Villa Securitas
10:00 partenza per “Le Surte” (il percorso è mostrato nell’immagine)
13:00 sosta a San Nazzaro: accoglienza della Pro Loco del posto con vino e prodotti tipici e pranzo con colazione a sacco
16:00 rientro in Villa Securitas
20:00 concerto in Villa Securitas: “Cantautori in cerca d’autore” Giuseppe Di Taranto, Vincenzo Ippolito, Zampanò Forti (alle chitarre Luigi De Cicco e Antonello Orlando)
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